Perché Antalur
Anno scolastico 2002/2003. Terza superiore. Agli allenamenti di basket, ai tornei di calcetto e alle uscite in comitiva, inizio ad affiancare intense sedute di giochi di ruolo. Su tutti, D&D.
Non ho dubbi su quale personaggio interpretare: i miei compagni di classe mi definiscono riflessivo, prudente, saggio. Insomma, un secchione. Va da sé che decida di calarmi, con successo, nei panni del mago. Più sofferta la scelta del nome: ci penso parecchio e alla fine partorisco "Antalur", una parola macedonia formata dalla fusione, parziale, del mio nome e del mio cognome. Tolta un'esigua – e triste – minoranza a cui fa venire in mente un medicinale, piace molto e travalica i confini del gioco. Diversi amici iniziano a chiamarmi così anche in classe. E alcuni di loro, quelli a cui sono rimasto particolarmente legato, lo fanno tuttora.
Quindici anni dopo quella felice intuizione, molte cose sono cambiate. Niente più giochi di ruolo, nuove amicizie e soprattutto lei: l'IKEA. Da quando i cataloghi del colosso svedese hanno iniziato a ostruire la mia cassetta della posta, ho constatato quanto "Antalur" sia pericolosamente in linea con i nomi dagli echi celtici dei suoi prodotti. Ciononostante, ci sono affezionato. A tal punto, che ho deciso di chiamare così questo piccolo contenitore in cui raccogliere e conservare le mie cose scritte. Al pari di una scatola Tjena.
Non ho dubbi su quale personaggio interpretare: i miei compagni di classe mi definiscono riflessivo, prudente, saggio. Insomma, un secchione. Va da sé che decida di calarmi, con successo, nei panni del mago. Più sofferta la scelta del nome: ci penso parecchio e alla fine partorisco "Antalur", una parola macedonia formata dalla fusione, parziale, del mio nome e del mio cognome. Tolta un'esigua – e triste – minoranza a cui fa venire in mente un medicinale, piace molto e travalica i confini del gioco. Diversi amici iniziano a chiamarmi così anche in classe. E alcuni di loro, quelli a cui sono rimasto particolarmente legato, lo fanno tuttora.
Quindici anni dopo quella felice intuizione, molte cose sono cambiate. Niente più giochi di ruolo, nuove amicizie e soprattutto lei: l'IKEA. Da quando i cataloghi del colosso svedese hanno iniziato a ostruire la mia cassetta della posta, ho constatato quanto "Antalur" sia pericolosamente in linea con i nomi dagli echi celtici dei suoi prodotti. Ciononostante, ci sono affezionato. A tal punto, che ho deciso di chiamare così questo piccolo contenitore in cui raccogliere e conservare le mie cose scritte. Al pari di una scatola Tjena.